TARA VERDE IN BRONZO DORATO, CINO-TIBETANA, PERIODO MING  XV- XVI SEC 

La figura assisa in lalitasana su una doppia base a fior di loto, il piede pendente anch’esso appoggiato su un piccolo loto, la mano destra estesa in varadamudra, mentre la sinistra sollevata in vitarkamudra, la divinità, è rivestita da un dhoti e da un ampio scialle che ricade con pieghe svolazzanti attorno alle braccia, la figura adornata e ingioiellata con elaborate collane, finemente cesellate attorno alla vita e sul petto, la testa leggermente piegata,  il volto dall’espressione serena incorniciato dai resti di una tiara floreale poggiata davanti ad un alto chignon, i lobi delle orecchie allungati e adornati con orecchini alt. cm 16,5

Secondo il mito Tara nacque da una lacrima  di compassione di Avalokitsevara che formò un lago sul  quale nacque un fiore di loto dal quale sbocciò la divinità, la storia della sua origine narra che la dea era solita fare offerte e preghiere ai buddha, bodhisattvas, e agli ordini monastici proprio per le sue qualità spirituali e di compassione. I suoi poteri sono associati con il superamento delle paure, la protezione dal male e da  tutte le sofferenze, è inoltre venerata come la  dea della compassione liberatrice del Samsara, il regno dei cicli di nascita e rinascita.